Una visita alle cave di marmo decisiva per il cambio di vita. Da allora è in atto un processo di esplorazione e scoperta costante che ha trasformato la passione in professione
CONTENUTO PUBBLICITARIO
Quanto conta nella vita scegliere? Per Roberto Mari, tutto. Ha deciso di scegliere chi essere, di essere felice e di vivere la vita circondato dai colori, dalla bellezza e dalla serenità. “Ero un direttore finanziario con tante competenze e un’ottima retribuzione, ma non ero intimamente appagato. Sentivo che i numeri erano una delle multiple, possibili espressioni di una realtà sfaccettata e complessa. Pertanto, per me, i numeri sono diventati solo parziali e non più sufficienti; ed ho deciso di cambiare prospettiva” racconta Roberto Mari.
Sempre attratto dalla bellezza e dall’arte in tutte le sue forme, Mari è cresciuto in una città in cui era facile rimanere affascinati dai paesaggi naturali: Gorizia, tra il Carso e l’Adriatico. Sicuramente l’influenza della natura, anche se in sordina, ha sempre accompagnato la sua esistenza. Fino a quando la passione è esplosa diventando preponderante. Mari ha scelto di assecondarla, di essere felice: “La prima volta che ho preso in mano una macchina fotografica, ho capito di aver trovato la mia strada. Non avevo appetito, ero innamorato: sentivo che quello che stavo facendo era fatto per me”.
Dopo essersi messo in contatto con un gruppo di fotografi che l’hanno portato ad esplorare alcune cave di marmo, Mari ha sentito che il gelo percepito era finalmente quello giusto: non più numeri freddi e asettici, ma il freddo del marmo, che l’ha affascinato e rapito. Racconta, infatti, che, nel momento in cui ha approcciato la bellezza delle cave e del marmo, ha intuito che le linee geometriche dei tagli portavano alla luce e si sovrapponevano alle forme imprigionate nella pietra; e che pur non essendo consapevole al cento per cento di ciò che stava facendo, ha riguardato le sue fotografie e gli è sembrato di trovarsi faccia a faccia con un quadro astratto della natura.
Ha iniziato, in questo modo, ad entrare in comunicazione empatica con la sua stessa essenza avviando un processo di esplorazione e scoperta costante. Ed è proprio il piacere della scoperta che ha invogliato Mari a continuare. È partito con il marmo, con i suoi colori complementari come l’azzurro e il giallo; e, successivamente, è passato ai giochi visivi creati dal contatto tra acqua e sabbia: questi due elementi messi insieme sono riusciti a creare ai suoi occhi un terzo elemento, ovvero un disegno che lui ha definito “una delle più belle poesie”.
L’obiettivo di Mari è riuscire a trasmettere un’esperienza toccante allo spettatore: la macchina fotografica non restituisce mai in toto le emozioni provate, ma lui prova a catturare istanti precisi per trovare l’esatto frame che provochi un’emozione. Se la foto la suscita, è quella giusta.
“Grazie ai giochi di luce creati dall’acqua sono riuscito a intravvedere delle linee che mi ricordavano una donna. L’acqua ha un potere meraviglioso, è assolutamente imprevedibile, ma, soprattutto, è sempre in grado di creare un quadro differente” racconta Mari. Che con la fotocamera è riuscito a fare ciò che Claude Monet aveva fatto con i pennelli: ovvero guardare ciò che l’universo gli mostra e riuscire a catturare le sfumature e i dettagli di una natura mutevole, affascinante, ma, al tempo stesso, unica e imprevedibile.